Il primo dell'anno, improvvisamente, l'italiano medio dimentica che ha
appena riversato tutta la tredicesima in tasse e regali costosi e invia
diecimila sms nello stile "un augurio speciale per un nuovo anno ricco
di gioia, salute e serenità a te e alla tua famiglia" a gente che avrà
visto due volte in tutta la sua vita. Le conoscenti in gravidanza o con
prole già cresciuta ti stringono calorosamente la mano sussurrandoti
quasi minacciosamente "quest'anno tocca a te" (ma che è? il lancio di
una maledizione?), le nonne dimenticano la disapprovazione per la tua
vita dissoluta e la tua convivenza fuori dalla grazia di Diòs implorando
di celebrare nozze entro i prossimi mesi e, in generale, tutti appaiono invasi
da nuove speranze e pieni di amore da riversare sulle bacheche dei
social e su uazzzap. Ecco, io dico "ma anche no" a tutto questo.
All'inizio di ogni anno mi piace essere la stessa stronza di sempre: cinica, sarcastica, ironicamente cupa, affettuosa solo con
chi se lo merita sul serio. Giusto per la coerenza. L'unica attività
nuova che ho introdotto nella mia esistenza da quando ho aperto il blog è
il bilancio di fine anno: perchè avere a portata di mano un bel Best of
2014 fa sempre comodo e schiarisce le idee in vista dei saldi. Soprattutto nel campo del
bio, dove nuovi brand e nuovi prodotti spuntano come i funghetti cattivi
a Super Mario Bros.
Inizialmente avevo pensato di racchiudere tutti i miei bio-preferiti del 2014 in un unico post, anche per non passare per la Clio di turno [che ama spezzare gli articoli in settordicimila pagine, #cosanonsifaperlevisualizzazioni #contuttoilrispetto #comunquemifaisimpatia]. Senonchè è venuto fuori una specie di mostro biblico con 15 teste: proporvelo avrebbe significato farmi odiare, costringere i vostri poveri occhi ad una estenuante attività di lettura e impallare blogger per sempre. Perciò, alla fine della fiera, ho diviso il post in 3 parti, che pubblicherò a distanza ravvicinata, organizzandole nella maniera più logica che mi è venuta in mente [una cosa del genere "dalla testa ai piedi"]. Ecco il mio work flow:
- Best of Bio #1 haircare and skincare
- Best of Bio #2 makeup and makeup removers
- Best of Bio #3 bodycare and other stories
Ovviamente, la maggior parte dei prodotti nominati è già stata recensita dalla sottoscritta, onde ragion per cui troverete i link ai relativi post: solo di rado comparirà qualcosina che non ha ancora avuto il "privilegio", ma che comunque a breve dovrebbe comparire su questi lidi.
Approfitto di questo post di presentazione abbastanza inutile per raccontarvi un po' com'è cambiato [spero in meglio] il mio approccio con la cosmesi ecobio nell'ultimo anno. Come sapete, io non sono mai stata un'estremista: se avessi sposato in pieno la causa dell'ecobio, avrei dovuto adottare uno stile di vita ben diverso da quello attuale, imponendomi scelte etiche d'acquisto che non riguardano esclusivamente la cosmesi ma anche l'alimentazione, il vestiario, i mezzi di trasporto e via dicendo. Ho sempre avuto un'innata antipatia per le paladine del web, quelle che costruiscono le proprie fortune sulle mode e la creduloneria di chi preferisce prendere per oro colato un video su youtube piuttosto che studiare da un libro [o quantomeno informarsi correttamente, sperimentare, capire], ancor di più quando si fomentano dei veri e propri ecobio-terrorismi [conditi però da tanto photoshop e un buon fondotinta]. Io ho sempre preferito la massima che ci hanno insegnato i latini: in medio stat virtus. Banale, ma vero. Certamente però, il mio rapporto con la cosmetica, nell'ultimo anno, è virato verso scelte più naturali e consapevoli. Ho letto tanto, mi sono documentata, ho cercato punti di riferimento più autorevoli e meno modaioli, ricavato notizie utili dai gruppi su facebook. Sopratutto mi sono confrontata con colleghi blogger, produttori di cosmetici naturali, venditori, in un confronto sempre proficuo e caratterizzato dalla volontà di essere reciprocamente sinceri.
Quasi tutti i prodotti per la detergenza, la cura del viso e del corpo che utilizzo sono formulati correttamente e non contengono schifezze: sono più felice se godono di certificazioni, ma non mi strappo i capelli se ogni tanto utilizzo un balsamo da supermercato con buon INCI. Faccio brutte faccie quando le amiche mi mostrano un prodotto che contiene siliconi, petrolati, parabeni, tensioattivi allergizzanti e/o chimici, e cerco sempre di spiegare loro come si legge un'etichetta e quali App utilizzare per orientarsi nell'offerta commerciale. Col makeup sono meno rigida: immediatamente pronta a sperimentare le nuove uscite ecobio del settore, non riesco però a fare a meno di cedere al fascino di un rossetto MAC o di una palette dai colori sfavillanti, sopratutto se economica. Non penso che mi cadranno le palpebre per questo. Per il resto, coltivo ancora tanti - troppi - vizi che non intendo abbandonare e di certo non conduco uno stile di vita particolarmente salutare: l'unica attività fisica che mi concedo sono i 2 km giornalieri a piedi fino al posto di lavoro e no, non corro fasciata in un paio di leggins Nike [che saranno anche fighi ma sono stati cuciti da coreani sottopagati e malnutriti], mangio troppa cioccolata [come direbbe Giorgia] e detesto con tutta me stessa la parola "healthy" piazzata strategicamente sulle foto di Instagram.
Okay, l'ho fatta troppo lunga, come sempre: ma almeno qui trovate il primo post della serie Best of Bio 2014, dedicato ai prodotti per la cura dei capelli e del viso.
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