Sembra ieri che stavo in panciolle sul divano di casa mia a guardare telenovelas messicane dalle trame complicatissime sgranocchiando patatine alle dieci del mattino, e invece sono già tre mesi che la mia vita è stata infilata in un frullatore a velocità massima, ovvero mi sono trasferita a Roma (momentaneamente, continuo a ripetermi per superare il disagio estremo di essere qui, in una stanza a scrocco, con una valigia, due paia di scarpe e una sola palette di ombretti!). Quando sono arrivata in the Capital avevo portato con me qualche travel size, convinta che nel giro di una decina di giorni sarei tornata in terra sicula, ma poi le cose sono andate come sono andate, io sto ancora qui e ho dovuto sopperire alle mie esigenze cosmetiche con qualche acquisto + alcuni prodotti (contrassegnati da un asterisco* as usual) che mi
sono stati inviati.
INFO PRELIMINARE Come da tradizione il post dedicato ai finiti è lungherrimo ma non esauriente: su alcune cose probabilmente varrà la pena di ritornare a scrivere a breve con qualche recensione più dettagliata, ma insomma, alla fine un'idea di massima me la sono fatta.
Prima di addentrarmi sul versante cosmetico, che la fa sempre da padrone in questo genere di articoli, lasciatemi piangere la definitiva dipartita di uno dei prodotti makeup che più ho amato evah, tanto da usarlo quotidianamente per mesi e mesi e ancora mesi fino a ridurlo quel mozzicone che ho fotografato: parlo del Correttore Correttivo di Purobio Cosmetics* nella versione n. 33 Giallo. In teoria sarebbe un prodotto studiato per illuminare ogni tipo di incarnato, da applicare sulle zone che richiedono maggiore luce (zigomi, mento centro della fronte, naso); in pratica, vista la sua pastosità e facile stendibilità, io l'ho sempre usato come base occhi, sulle palpebre, per uniformarle prima di stendere l'ombretto. In questa versione, oltre a permettere un fissaggio estremo delle polveri, riesco a far venire fuori le sfumature dei colori che normalmente si perdono nel mare dei miei capillari palpebrali. Per chi se lo fosse perso, ne ho parlato ampiamente qui. Da ricomprare, più prima che poi.
Chiusa la breve parentesi truccosa, partiamo dalle travel size che, in ordine di tempo, sono state le prime ad essere utilizzate e quindi terminate. Il primo vuoto stupirà chi è abituata a sentirmi cianciare di detergenti ecobio e invece si ritrova ad osservare la foto - brutta - di un tubetto zozzo del gel doccia Narciso Rodriguez for her. Chiaro che non lo avrei mai acquistato personalmente, ma avendolo trovato nella confezione del mio profumo preferito che fummi regalato da mio zio a Natale, ho deciso di dargli una chance e una degna sepoltura a Roma. Non ho particolari osservazioni da fare: l'INCI non è presente nella confezione e non sono riuscita a reperirlo su internetto, ma a naso direi che è brutto. In compenso la profumazione è la stessa del profumo (quindi fantastica, se lo amate come me). La full size comunque costa un rene e non vedo alcun motivo valido per acquistarla.
Altra minitaglia, stavolta però di un detergente intimo che ho acquistato al Tigotà e che promuovo, nonostante le opinioni sul web siano contrastanti. Si tratta del detergente intimo alla camomilla di Ekos Personal Care, una delle linee prodotta da Pierpaoli, con proprietà disarrossanti, calmanti e lenitive, che deterge con delicatezza rispettando il pH fisiologico della donna in età fertile. A base di pantenolo e olio di oliva, è certificato ICEA ed ha una profumazione delicata: qui l'INCI. Per il suo costo risibile - sia in versione travel che full - mi piace molto.
Segue il Travel kit Maternatura*, che avevo ricevuto in dono dal sempre caro Agostino della bioprofumeria palermitana Attar Natura. Dello shampoo mi ero già occupata in questo post e anche stavolta, nonostante si tratti di una minitaglia, ho fatto una fatica immensa a terminarlo: decisamente non fa per me. Il bagnodoccia alla lavanda, al contrario, è uno di quei prodotti per la detergenza che - se non fosse per il prezzo un po' altino - acquisterei in continuazione soprattutto perchè adoro la profumazione, fresca, rilassante e campagnola. Secondo me la sua sede naturale, più che la doccia, è la vasca da bagno, ma in assenza della suddetta ci accontentiamo. Qui l'INCI.
Alia Skin Care, brand siculo ideato e formulato dalla bravissima Deborah (di cui ho cianciato qui) è una delle scoperte/novità più interessanti del mio anno cosmetico. Avevo a disposizione un secondo flaconcino del suo bagno crema nutriente* e sono contenta di confermare le prime impressioni che mi ero fatta: si tratta di un ottimo prodotto, dalla texture particolare - più crema che gel - con una profumazione zuccherina gradevolissima ma soprattutto un alto potere idratante. E' un detergente, ma anche una sorta di balsamo corpo da usare sotto la doccia: in più adoro il logo scelto da Deborah, perchè sono campanilista. Tenetelo d'occhio.
Ad agosto, terminate le travel sizes e visto che di tornare a casa non c'era speranza, ho dovuto ripiegare sui prodotti da supermercato. Per fortuna al Conad ho trovato ancora una volta a soccorrermi Pierpaoli con la linea Ekos, di cui ho acquistato il doccia shampoo in versione agrumi (ero in fase nostalgia canaglia) che però non mi ha soddisfatta particolarmente - troppo liquido, poco schiumoso e inutilizzabile sulle mie chiome come shampoo - per ripiegare quindi sulla nuova linea Phedea, prodotta dalla stessa azienda. Grande scoperta! Al di là del packaging e del font, che trovo adorabileh, mi sono trovata benissimo considerando il rapporto qualità-prezzo, tanto che nei periodi di magra tornerò sicuramente ad acquistarla. Lo shampoo per lavaggi frequenti, indicato per capelli sfibrati o danneggiati, a base di acqua d'orzo, contiene infatti proteine ed estratto biologico di ibisco,
con elementi nutritivi che assicurano ai capelli un effetto protettivo e
riparatore. Contrasta bene la durezza dell'acqua romana che rende i miei capelli stopposi, ha un'ottima formulazione semplice e un buon potere ammorbidente e districante. Il bagnodoccia con estratto di altea invece lava bene e non risulta aggressivo, ma non amo la sua profumazione, simile a quella di un detersivo: gli preferisco decisamente la versione alla liquirizia, superenergizzante e molto rinfrescante. Per gli INCI rimando al post di Going Natural, che descrive tutta la linea.
A proposito di acqua dura (e calcarea): da quando sono a Roma la mia pelle versa in uno stato pietoso. Ad ogni doccia segue la desquamazione della mia pelle: per compensare la secchezza ho iniziato ad usare quotidianamente le creme corpo, rivalutando una tipologia di prodotto che finora avevo snobbato. Il mese scorso ho terminato una vecchia confezione di quella al mirto di HerbSardinia*, ripescata a Palermo poco prima di partire: è stata perfetta per l'estate, visto che è fluida, non unge e ha profumazione balsamica, ma nonostante la buona qualità delle materie prime usate in formulazione, trovo che abbia un costo eccessivo a fronte di un potere idratante non altissimo. Qui l'INCI.
Pochi giorni dopo il mio trasferimento ho terminato anche la crema viso antiage all'olio di camelia de Le Fate Bio*. L'avevo iniziata a febbraio e ne era rimasto giusto un residuo, che non mi andava di sprecare lasciandola a Palermo: segno che questa emulsione ha confermato le prime impressioni che me ne ero fatte in questo post, dove trovate anche la descrizione completa e l'INCI. Perfetta per me e, in generale, per le pelli da normali a secche.
L'ecobio dentifricio con estratti di the verde e limone di Greenatural, senza saccarina, parabeni, fluoro e sls è uno dei pochi dentifrici bio che sono riuscita ad utilizzare, sebbene non sia tra i miei preferiti. Il sapore è tollerabile, grazie alla presenza di olio essenziale di limone e arancio mentre l'azione lavante è buona, anche se utilizzandolo non percepivo quella sensazione di freschezza e pulizia tipica dei dentifrici tradizionali. In ogni caso, è un più si che no.
In assenza di deodoranti ecobio efficaci, ripiego sempre sul Dove, l'unico che non mi abbia mai irritata e che mi consente di sentirmi fresca e profumata per tutto il giorno. La versione alla pera sostituisce nella mia top five quello al cetriolo, che avevo adorato durante l'estate. Una delle cose dalle quali non riesco a staccarmi.
La mia ossessione per le sheet masks continua anche a Roma, con rinnovato vigore, anche se non sempre con esiti felici. Il flop più clamoroso del periodo - leggi, acquisto sbagliato - sono le Pudding Pudding Jelly Mask di Tony Moly, disponibili da Sephora. Mi piaceva molto l'idea di base: maschere con texture in gel, carine da vedere (come sempre il packaging di TM non si batte) e arricchite da estratti naturali con funzioni diverse. Le ho acquistate tutte e tre, ovvero la versione agli estratti di cacao che dovrebbe rimuovere le impurità e minimizzare i pori, quella agli estratti di camomilla idratante e quella agli estratti d’uva elasticizzante, ma francamente mi hanno lasciata indifferente, se non infastidita. Oltre ad essere eccessivamente imbevute di prodotto, scivolose e difficili da indossare perchè il cotone di cui sono fatte è molto sottile e il gel tende a restare all'interno della confezione, mi sembrano eccessivamente alcooliche e non ho rilevato nessun tipo di effetto, neanche temporaneo. L'INCI è pessimo e per il loro costo, quasi sette euro cada, le sconsiglio.
Rispetto alle precedenti, le classiche I'm Real sempre di Tony Moly sono decisamente migliori. Sebbene non si tratti di prodotti green hanno una formulazione più accettabile e sembrano più efficaci: non aspettatevi miracoli, ma sicuramente dopo averle usate la pelle sembrerà migliorata per un paio di giorni. In questo post ho illustrato quelle usate finora: alla carrellata si aggiungono la rice mask con effetto purificante e schiarente e la red wine mask, che migliora la grana della pelle e minimizza i pori. Quest'ultima, da me ribattezzata la maschera ubriaca tanto è forte l'odore di vino che emana, è anche una delle mie preferite perchè lascia la pelle tonica e liscia, oltre ad essere priva di parabeni e ricca di estratti naturali.
Struccarmi con le salviette non fa parte della mia routine, a meno che io non sia in vacanza o in trasferta. Tuttavia i primi tempi a Roma ho usato le Happy Cleansing Wipes di Benecos, che però non mi hanno conquistata. Se infatti da un lato ho apprezzato per il prezzo piccino, la formula arricchita di acqua di arancio bio, estratto di mango e aloe vera, l'assenza di alcool e il fatto che fossero 100% biodegradabili ed ecobiologiche (qui inci), dall'altro le trovo meno delicate del previsto e pur struccando bene, non riescono a rimuovere completamente il makeup più drammatico. Insomma, bene ma non benissimo.
Credo di averlo ripetuto diecimila volte, ma sono ossessionata dalla cosa, perciò lo ridico: l'acqua di Roma è dura ed è la mia condanna. Se la pelle ne soffre, i miei capelli reagiscono anche peggio, seccandosi irrimediabilmente fino a diventare crespi e simili alla paglia. Le sto tentando tutte per arginare il fenomeno, compreso utilizzare le nuove maschere per capelli di Sephora: quelle che, per la cronaca, si tengono in posa tutta la notte, con una cuffietta che ti fa somigliare tanto ad un'ostetrica in sala parto. In verità non mi aspettavo grandi prestazioni, anche in virtù della formulazione non esattamente naturale fatta eccezione per la presenza di qualche estratto naturale: ma la prima che ho provato, nella versione Karité fortificante e anti-rottura, mi ha fatto cambiare idea in positivo. In effetti, sembra proprio che questo trattamento notturno qualche beneficio lo apporti, in termini di morbidezza e idratazione: ma per una recensione più dettagliata, dovete comunque aspettare che le abbia usate tutte.
Last but not least: dopo averli ricevuti da Greenatural, ho usato per i miei bucati da fuorisede alcuni campioncini di Bucato lavanda ecobio e Ammorbidente* del brand: che meraviglia! Si tratta di prodotti per la lavatrice superconcentrati, che assicurano un lavaggio ottimale, un bucato morbido e profumatissimo (lavanda, my love), rispettando i capi ma soprattutto l'ambiente. Ve li straconsiglio, anche considerando che i prezzi delle full non sono esagerati come spesso capita con questo genere di prodotti.
E con Stanza in versione casalinga disperata, passo e chiudo con i finiti del trimestre! Fatemi sapere se avete usato o conoscete uno o più prodotti tra quelli descritti, che ne pensate ... insomma, le solite chiacchere tra donne che ci piacciono assaje!
* prodotto ricevuto a scopo valutativo dall'azienda
Quel bagnodoccia di Phedea l'ho comprato anche io tempo fa, sarò il prossimo che aprirò ;)
RispondiEliminaE' la seconda volta in un giorno che sento nominare quelle maschere capelli Sephora: sarà destino che debba provarne almeno una! XD
RispondiEliminaleggo da anni il tuo blog ed ero sicura, sicurissima di seguirti.. invece mi sono appena iscritta! bah! buona permanenza nella capitale... se t'incontro, ti fermo!!! ahahahahah! :)
RispondiEliminahttp://biologicamentebio.blogspot.it/